La Blockchain può bloccare l’Ad Fraud

Uno degli argomenti più interessanti del momento è sicuramente la blockchain: il suo potenziale per la trasformazione del business ha attratto promotori di ogni settore, convinti che questa tecnologia sarà in grado di portare grandi rivoluzioni. Per i marketer digitali l’interesse viene soprattutto dal potere della blockchain di “creare problemi” alla frode pubblicitaria, che quest’anno…

Uno degli argomenti più interessanti del momento è sicuramente la blockchain: il suo potenziale per la trasformazione del business ha attratto promotori di ogni settore, convinti che questa tecnologia sarà in grado di portare grandi rivoluzioni.
Per i marketer digitali l’interesse viene soprattutto dal potere della blockchain di “creare problemi” alla frode pubblicitaria, che quest’anno costerebbe alle aziende 19 miliardi di dollari in tutto il mondo (secondo Juniper Research).

La World Federation of Advertisers (WFA) e Dataxu hanno stimato, nel dicembre 2017, che solo il 3% degli inserzionisti aveva già fatto un punto per capire come la blockchain potesse aiutarli a ridurre le frodi mentre più di un quinto degli inserzionisti aveva pianificato di inserirlo tra le priorità importanti di quest’anno.

 

 

Nella sua forma più semplice, la blockchain è un elenco di record, un libro mastro aperto e distribuito. Quando nuovi record (blocchi) vengono aggiunti alla lista (catena), questi vengono verificati crittograficamente attraverso la rete. La tecnologia è progettata per essere intrinsecamente sicura e per consentire un consenso trasparente senza mettere in gioco alcun “partito” centrale.
Con un libro mastro pienamente trasparente e affidabile i brand potrebbero, per la prima volta, vedere dove finiscono tutti i loro dollari dedicati ai media digitali, ed inoltre essere sicuri di aver acquistato la pubblicità davvero sugli editori prescelti.
Una soluzione basata sulla blockchain per l’ad fraud potrebbe includere non solo uno dei record della transazione, ma la transazione stessa, quindi brand e acquirenti avrebbero sempre una chiara registrazione dei pagamenti alle parti con cui intendevano trattare. Questo, però, non aiuta solo con la frode.

L’utilizzo di blockchain aiuterà, infatti, i brand anche a ottimizzare le loro supply chain e i loro canali in programmatic.
Naturalmente, per poter funzionare, tutte le parti coinvolte devono partecipare utilizzando la blockchain per tracciare le loro transazioni. Ottenere tanti giocatori a bordo è difficile, ma c’è motivo di essere ottimisti considerandone anche l’approvazione di Interactive Advertising Bureau (IAB), in quanto la blockchain aiuta gli inserzionisti a capire come non acquistare inventario da fonti non autorizzate.

I soldi in ballo sono tanti quando si tratta di frodi pubblicitarie, per questo molti operatori del settore sono impazienti di adottare la tecnologia blockchain come strumento utile per fare fronte al problema.

IAB